La Formazione Finanziata


La formazione è importante perché nell’età compresa tra 20 e 34 anni ci sono quasi 3 milioni di persone occupabili in meno rispetto agli anni 2000. Ciò vuol dire che, rispetto ai decenni passati, risulta più difficile cercare la persona formata di cui abbiamo bisogno.

La formazione non è un costo, ma un investimento perché incrementa la qualità della produttività aziendale e quindi l’azienda ottiene un vantaggio competitivo, i dipendenti sono motivati e il turnover diminuisce.

PERCHÉ FARE FORMAZIONE

Oggi è difficile trovare le persone ricercate direttamente sul mercato, per cui bisogna formarle internamente. Un limite è anche il sistema scolastico che fornisce solo competenze di base. Bisogna essere costantemente aggiornati perché le competenze diventano obsolete velocemente: la formazione diventa un fattore di competitività. Oltre a ciò, le persone sono più motivate e invogliate a collaborare.

CHE COS’È LA FORMAZIONE FINANZIATA

La formazione finanziata garantisce alle aziende formazione continua e specializzata per i propri lavoratori dipendenti, con l’enorme vantaggio di non sostenere alcun costo. Infatti, per finanziare la formazione del personale, l’impresa può accedere ai Fondi Paritetici Interprofessionali, organismi autonomi, vigilati dall’ANPAL e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, introdotti a questo scopo dalla legge 388/2000.

I corsi si possono organizzare nella propria sede o in concomitanza con altre aziende (formazione aziendale e interaziendale) avendo una copertura dei costi pari al 100% sia per la formazione obbligatoria (ad es. la sicurezza nei luoghi di lavoro) che facoltativa.

Tramite la Formazione Finanziata le aziende hanno la possibilità di formare i dipendenti senza spendere nulla, semplicemente utilizzando alcuni contributi già versati in busta paga.

La normativa prevede che tutte le imprese possano destinare una quota, corrispondente allo 0,30% dei contributi versati all’INPS, a uno dei Fondi riconosciuti dal Ministero del Lavoro. Anche se l’azienda non aderisce ad alcun Fondo, è comunque obbligata a versare il contributo.

Con la scelta di destinare la quota a un Fondo interprofessionale, l’azienda ha la garanzia del

fatto che il contributo versato ritornerà nelle casse aziendali per finanziare azioni formative per i dipendenti (anche apprendisti) e per i dirigenti, aumentando in parallelo la competitività dell’impresa e fidelizzando le risorse che ci lavorano.

COME ACCEDERE AI FONDI INTERPROFESSIONALI

Ogni azienda ha un Fondo di categoria, in base al proprio settore di appartenenza, ma può liberamente scegliere di aderire ad un Fondo differente in maniera del tutto gratuita.

L’adesione deve essere comunicata all’INPS tramite il Modello di denuncia contributiva DM10/2I, ove va indicato il Fondo prescelto con il relativo codice.

La scelta del Fondo può essere revocata o modificata in qualsiasi momento. Adesioni, revoche o modifiche non prevedono alcun costo. L’azienda può anche scegliere di non aderire. In questo caso, lo 0,30% viene destinato all’INPS e non potrà essere utilizzato.

COME FUNZIONANO I FONDI INTERPROFESSIONALI?

In genere i Fondi Interprofessionali funzionano in due modalità: attraverso un Conto dove vanno le risorse che l’azienda accantona mensilmente, o attraverso la pubblicazione di Bandi. In questo caso l’impresa può fare richiesta di accesso al finanziamento presentando un Piano Formativo.
Il Piano Formativo è un programma che elenca tutte le attività formative dedicate ai lavoratori dipendenti dell’azienda interessata. Esso viene valutato dal Fondo e finanziato se rispetta le caratteristiche richieste.


Per maggiori informazioni contattare Luca Veneri o Claudio Baldassari.